Le montature vintage o antiche hanno spesso impresso, oltre al nome del produttore o stilista, anche altre sigle più difficili da comprendere. Queste sono spesso importanti perché possono darci una serie di informazioni relative alla storia o al valore del pezzo, informando sul suo contenuto in oro.

Chiariamo innanzitutto che per dorare un oggetto esistono due principali metodologie: la placcatura e la laminatura.

La placcatura in oro

Il metodo più comune di doratura è quello galvanico, procedimento elettrochimico mediante il quale un sottile strato di oro viene fatto aderire a un metallo utilizzando la corrente elettrica.

L’oggetto da placcare viene immerso nel cosiddetto bagno galvanico, ovvero una soluzione che contiene gli ioni del metallo prezioso dissolti. Mediante un generatore di corrente, si crea una differenza di potenziale tra i due elementi che fa sì che l’oggetto attragga gli ioni di oro della soluzione che aderiscono formando uno strato molto uniforme e sottile.

Questa lavorazione, che si presta per impreziosire metalli non nobili o più raramente per uniformare il colore degli oggetti in oro, è eseguita da aziende specializzate e può essere eseguita anche con altri metalli come l’argento.

La qualità della doratura dipende dallo spessore dello strato di oro ionizzato che ricopre la montatura. Una doratura maggiore è più resistente mentre, se lo strato è sottile, può graffiarsi e consumarsi facilmente.

Le placcature in oro si misurano in millesimi di millimetro (micron) e vanno da 0,18 micron o meno (chiamato “rivestimento in oro”, molto economico), fino a 25 micron.

È un processo piuttosto recente: nel passato, infatti, per rendere d’oro oggetti e gioielli, si utilizzava il sistema di laminatura.

La laminatura in oro

È una tecnica di copertura dell’oggetto da dorare con una sottilissima foglia d’oro, che viene pressata sulla superficie. La laminatura è più spessa rispetto alla placcatura, e quindi più resistente.

L’oggetto laminato, detto anche “gold-filled”, è riconoscibile dalla sigla GF, che ci può essere capitato di vedere, associata a dei numeri, per esempio “1/20 12k GF”.

GF sta per “Gold Filled”, e “1/20” significa che 1/20 del peso complessivo dell’oggetto è oro. Infine, 12k è l’indicazione della caratura esatta della foglia d’oro utilizzata.

Si possono trovare anche altre carature della foglia d’oro:

9K   corrispondente a una caratura oro di 375/1000

10K corrispondente a una caratura oro di 416/1000

12K corrispondente a una caratura oro di 500/1000

14K corrispondente a una caratura oro di 585/1000

18K corrispondente a una caratura oro di 750/1000

24K corrispondente a una caratura oro di 999/1000

In cui il codice, per esempio 750 rappresenta il “titolo” della foglia 18K e indica che su 1000 parti di metallo 750 sono di oro puro mentre il resto è composto da altri materiali (generalmente argento e rame).

Nel caso di sovrapposizione di lamine molto sottili si può successivamente placcare l’oggetto per ottener una maggiore omogeneità di colore.

La tecnica della laminazione è ormai quasi totalmente scomparsa a favore della placcatura galvanica.

Per quanto riguarda l’occhialeria è importante ricordare che prima di una certa data non esisteva la placcatura elettrolitica e quindi tutti gli occhiali vintage risalenti a prima degli anni 70 e riportanti le siglature del caso, sono tutti occhiali con laminazione pregiata di oro o argento.